MIGLIOR CONSERVAZIONE DEL PRODOTTO: NIENTE ARIA NÉ LUCE!

Sfatiamo un mito: la birra in lattina non è più scadente di quella in vetro, perlomeno non è il contenitore a denigrare il contenuto, anzi! Aggiorniamoci, ne è passata di birra sotto i ponti dalle prime lattine, ora è tutta un’altra storia.
Nei primi del 900 per aprire una lattina era necessario creare un foro con un punteruolo sulla superficie, abbiamo dovuto aspettare gli anni 60 per la linguetta!!! L’aspetto peggiore è che -dicono… Noi non c’eravamo- la bevanda richiamasse “note di sapore metallico”. Quello che è certo è che ora le lattine all’interno sono rivestite da un materiale inodore e insapore, che protegge la birra dal contatto diretto con l’alluminio, quindi, il sapore non è compromesso, inoltre, attraverso il riempimento in contropressione, la penetrazione dell’aria è indubbiamente ridotta.
Inoltre, la lattina, rispetto al vetro, non permette il passaggio della luce, dannosissima per luppolo. Vi raccontiamo una chicca , il luppolo è costituito da alfa-acidi, elementi naturali che se colpiti da un “colpo di luce” o come dicono gli inglesi “lightstruck“ reagiscono chimicamente con lo zolfo della birra e si mutano in particolari composti, che corrispondono a quelli contenuti nella ghiandola attraverso la quale la puzzola fa le sue “flatulenze”! Dunque la lattina impedisce l’effetto puzzola!
La conservazione in vetri ambrati mitiga un po’ il problema ma il futuro è la lattina! Va riconosciuto che gli USA sono stati tra i primi produttori industriali di lattine già nell’ 800 e anche tra i primi a rivalutare le proprietà di questo elemento, tanto che ad oggi hanno trasferito in lattina moltissime delle loro produzioni sia di birra che di vino.

LE NOSTRE NUOVE PRODUZIONI

Questo mese, attualmente solo in vetro, è nata GRANATA “fruit sour”. Una birra con succo di melograno e frumento senatore cappelli dell’azienda agricola Oro delle Donne di Lanuvio (RM); Mentre per inaugurare il mondo della lattina, abbiamo creato una proposta estiva tutta nuova! BUTA: “italian keller pils” è la nostra prima birra a bassa fermentazione (una pils appunto), italian perchè è completamente brasata con malti e luppoli coltivati a oltremondo!
GLUPPA: “session IPA” è una birra IPA quindi una birra “luppolosa” e profumata ma appositamente, per la sessione estiva, poco alcolica (4,0%) e più beverina di una IPA classica. Inoltre, passeranno in lattina anche dei grandi classici, che già conoscete molto bene, provatele in lattina e diteci se notate differenze.
MAFFETTA e MAMANA: scopri di più

Noi siamo orgogliosissimi di questa scelta e di questo magnifico percorso che si evolve ogni giorno!
Ieri la produzione a km O oggi la lattina e domani -molto presto- il futuro in un piccolo gesto condiviso! A proposito di futuro, vi anticipo che già abbiamo messo un altro piede nell’ innovazione.
Siamo passati all’ imbottigliamento isobarico (minore ossidazione) in parole più semplici, un minore contatto con l’ossigeno durante questa fase equivale a un aumento della qualità del prodotto finale. Le nostre menti, oltre le nostre braccia, sono sempre a lavoro, quindi ora ci stiamo organizzando per il recupero della Co2,
un processo che permette notevoli vantaggi di conservazione naturale. Andremo a mettere un macchinario chiamato “Galileo” dell’azienda ENOMET che gestisce la sala di fermentazione (temperatura e pressione dei fermentatori) e recupera la CO2 che altrimenti andrebbe dispersa durante la fermentazione, e la stocca in serbatoi a pressione.
La Co2 recuperata potrà esser utilizzata al momento opportuno, per ridurre i contatti con l’ossigeno della birra durante i travasi e l’imbottigliamento, ma anche per saturare il magazzino dell’orzo così da difenderlo da eventuali infestanti in modo naturale. Siamo o non siamo Oltremondo?!?! Come vedete abbiamo tanto di cui parlare, fino a farci asciugare la bocca! Abbiamo bisogno di bere un po’ di buona birra, abbiamo compagnia?
Il circolo ha finalmente riaperto le porte, venite a trovarci!